Acquistare una seconda casa come investimento o per uso personale è una decisione da prendere con consapevolezza e tenendo a mente diverse questioni: in questo caso infatti ci sono vari aspetti che si differenziano rispetto all’abitazione principale… uno di questi riguarda senza dubbio le tasse seconda casa.
Se anche tu stai pensando di fare questo passo e vuoi chiarirti le idee sulle spese da affrontare continua a leggere l’articolo!
Tasse seconda casa: l’acquisto
Le tasse seconda casa possono essere sull’acquisto e sul mantenimento.
Per valutare l’immobile da acquistare bisogna prendere in considerazione tutta una serie di fattori come l’utilizzo vuoi farne (uso personale o per investimento) e di conseguenza la posizione della casa, la tipologia e il budget a tua disposizione.
A gravare sull’aspetto economico ci sono infatti dei costi, oltre al mero prezzo del bene, da sostenere: in ogni caso, prima di procedere con la trattativa, occorre fare una serie di verifiche preliminari per non incappare in errori quando è troppo tardi per poter rimediare.
È fondamentale controllare che l’immobile non sia gravato da ipoteche e regolare sia dal punto di vista edilizio che da quello catastale. Se non risultano intoppi o problematiche si può procedere con il classico iter di acquisto di una casa: proposta (o direttamente un preliminare) e poi il rogito presso il notaio scelto dall’acquirente.
È proprio dall’atto di acquisto dell’immobile che deriva la maggior parte delle tasse seconda casa: a differenza dell’abitazione principale, in questo caso, non ci sono esenzioni.
In primo luogo occorre specificare se il venditore è un privato oppure un’impresa costruttrice.
In caso di venditore privato le tasse seconda casa che devi pagare sono:
- l’imposta di registro del 9%, calcolata sul valore catastale dell’immobile. Questo dato si trova moltiplicando per 120 il valore riportato nella visura (il valore minimo è 1000 euro)
- 50 euro di imposta catastale, dovuta quando si effettua una voltura catastale in seguito a un avvenimento come vendita, successione, donazione
- imposta ipotecaria (sempre di 50 euro), da versare ogni volta che si esegue una trascrizione nei pubblici registri immobiliari
Quando si acquista da un’impresa costruttrice soggetta a IVA le tasse seconda casa da pagare sono:
- 200 euro di imposta catastale
- altri 200 euro di imposta ipotecaria
- anche l’imposta di registro ha un valore di 200 euro
- l’IVA è al 10% oppure al 22% in caso di immobili di lusso. Il calcolo non deve essere eseguito sul valore catastale ma sul prezzo a cui il bene viene ceduto.
Mantenimento e tasse seconda casa
Dopo aver visto quali sono le tasse seconda casa da versare al momento dell’acquisto, parliamo ora di quelle che si pagano per il suo mantenimento, una aspetto che devi prendere in considerazione, soprattutto per quanto riguarda il lungo periodo.
La prima da inserire nell’elenco è l’IMU, ossia l’Imposta Municipale Unica. È un imposta di natura patrimoniale per cui l’obbligo di pagamento sussiste quando si entra in possesso di alcuni beni. Non è dovuta quando si tratta di abitazione principale (a meno che non si tratti di un immobile di lusso), ma si paga per gli altri immobili di proprietà.
Per effettuare il calcolo occorre essere a conoscenza di diversi fattori come la categoria catastale, la tipologia della casa, l’aliquota (che viene decisa dal comune e quindi cambia a seconda della localizzazione del bene) e un moltiplicatore.
Tra le altre tasse seconda casa abbiamo anche TASI e TARI, entrambe comunali.
La prima si paga al comune per i servizi pubblici, il calcolo è simile a quello che viene fatto per l’IMU in quanto vengono presi in considerazione i medesimi criteri.
La TARI è la tassa sui rifiuti e si paga su qualsiasi immobile, senza distinzione tra prima o seconda casa. Le tariffe si trovano all’interno delle delibere comunali e, per il calcolo, si prendono in considerazione la dimensione dell’immobile, il numero di abitanti e la tipologia di occupazione.
Tasse seconda casa: come vengono ripartite in caso di locazione?
Chi paga le tasse seconda casa in presenza di un contratto d’affitto?
- IMU: resta a carico dei proprietari
- TASI: il proprietario paga una parte del totale che può andare dal 70% al 90% (indicazioni precise si trovano nella delibera comunale) e all’inquilino spetta il pagamento della parte restante. Questo non avviene quando il contratto dura meno di sei mesi o se il conduttore ha trasferito la residenza nell’immobile in affitto: in questo caso non deve pagare nulla.
- TARI: spetta all’inquilino
Sono previste delle agevolazioni per i proprietari che danno in locazione un immobile a canone concordato: in questo caso, su IMU e TASI, c’è un risparmio del 25%.
In caso di comodato d’uso a un parente invece le imposte sono dimezzate.
Conclusioni
Abbiamo terminato con l’elenco delle tasse seconda casa: come visto si tratta sia di imposte da versare all’acquisto che per il mantenimento. Per valutare se procedere o meno con la compravendita è quindi fondamentale che tu conosca e prenda in considerazione entrambe le tipologie.
Se cerchi una seconda casa nella splendida cornice della costa nord orientale della Sardegna dai uno sguardo alla sezione del nostro sito dedicata agli immobili in vendita oppure, se hai il desiderio di vendere, contattaci per una consulenza!